giovedì 29 maggio 2008

Addio ai Copioni

Dal giappone arriva il software contro chi copia.Il professor Kazunari Sugimitsu, stufo di dare la caccia agli studenti furbi - tanto svogliati quanto abili nel trovare informazioni in Rete da scopiazzare - era alla ricerca di un metodo scientifico per pizzicare i fannulloni. E lo ha trovato, mettendo a punto uno speciale software pensato appositamente per la scuola, in grado di riconoscere all'istante se tesine e progetti contengono, in tutto o in parte, pezzi pescati nel world wide web. Sugimitsu, docente di ingegneria e direttore del centro ricerche sulla proprietà intellettuale presso il Kanazawa Institute of Technology, ha preso in prestito le tecnologie impiegate nei traduttori automatici: il programmino analizza il testo dividendolo in paragrafi, periodi e parole, e successivamente esegue una ricerca in internet per individuare eventuali similarità sospette in altre pubblicazioni.

domenica 25 maggio 2008

Il fenomeno di video Marta

Nella sua cameretta, con i piedi nudi e i capelli sciolti, Marta parla. E dispensa pillole di saggezza tecnologiche, semplici come le ricette della nonna. Volete sapere come aprire un blog? O come si può telefonare usando il computer? Ancora: vorreste tanto realizzare un video e non sapete come? Ve lo spiega Marta. E lo ha spiegato così tanto e così bene questa diciannovenne torinese che sono bastati pochi mesi perché il suo video-blog toccasse picchi da record: tre milioni di contatti. Roba da far montare la testa. Roba da scatenare i "cacciatori" della Rete. Che, infatti, hanno catturato VideoMarta e lo hanno portato dritto dritto in tv: debutterà a giorni su «Yks», il canale video interamente realizzato con i filmati prodotti e inviati dal pubblico. «Yks» si può vedere su Sky (canale 863), ma anche sul web ed è da fine aprile che questo canale video ha cominciato a trasmettere con il palinsesto "user generated". E ha puntato tutto sulla net-generation. Ovvero: su quei giovani di un'età compresa tra i 18 e i 35 anni, nella maggior parte nati quando il mondo era stato già cambiato dalla Rete.

giovedì 22 maggio 2008

Internet a rilento


Per unire l'Italia nella modernità tecnologica non basta ridurre il cosiddetto digital divide, il divario digitale che vede alcune zone del Paese infrastrutturalmente svantaggiate rispetto ad altre. Perché i consumatori italiani sono divisi anche culturalmente. E se da una parte c'è un'avanguardia attratta dalle nuove tecnologie della comunicazione, dall'altra c'è un'ampia retroguardia che delle tecnologie si fida poco, è indifferente o giudica i servizi offerti troppo complicati per essere veramente utili. Ecco, in sintesi, il risultato di una ricerca, Ict Monitor, realizzata dalla Between di François de Brabant e da Gipieffe sul rapporto tra gli italiani e la tecnologia. Intendiamoci, la dotazione di strumenti hi-tech nelle nostre case è in forte crescita: dal 2004 al 2007, per esempio, il numero di lettori Dvd è raddoppiato, passando dal 36% al 72% e i computer, nello stesso periodo, sono aumentati dal 46% al 60%. Per non parlare di altri oggetti, che hanno segnato un vero e proprio boom: i telefonini non tradizionali (con fotocamera, videofonino, tivufonino, smartphone) sono quintuplicati: dal 12% al 63%; idem le macchine fotografiche digitali dal 19% al 50%, gli iPod e gli Mp3 dal 6% al 32%, i televisori a schermo piatto (plasma, cristalli liquidi, Hd ready o non Hd ready) dal 3,5% al 21%. Ma il panorama cambia radicalmente se andiamo a vedere l'utilizzo dei servizi online e l'accesso alla banda larga (cioè l'Internet veloce). Qui i numeri sono molto meno entusiasmanti: il possesso di un collegamento a banda larga, che nel 2004 era prerogativa del 10% degli intervistati (2.500 interviste individuali), si è esteso al 29% del campione. A fronte di questa maggiore dotazione di rete, quelli che usano il web, da casa o dal luogo di lavoro, sono aumentati in quattro anni solo di 7 punti percentuali, passando dal 35% al 42%. Gli utenti di e-commerce, pur raddoppiati (dal 7% al 14%) sono ancora un'élite. E, soprattutto, sono soltanto il 6,7% gli italiani che utilizzano i servizi di banca online.