Non si può scavalcare la privacy in nome del diritto d’autore: le «intercettazioni» informatiche avviate da società private per dare la caccia a chi scambia musica o giochi su Internet sono illegali. Lo ha stabilito il Garante per la privacy chiudendo l’istruttoria avviata sul caso Peppermint. La casa discografica tedesca da tempo aveva dichiarato guerra aperta ai pirati del download, arrivando a farli «spiare» da una società informatica svizzera, la Logistep. Con un obiettivo: tirar fuori i nomi dei «ladri» di note online, «stopparli» e ottenere un risarcimento.
domenica 9 marzo 2008
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